martedì 1 ottobre 2019

Auto di grossa cilindrata, palme e ville di lusso: ecco il resort (abusivo) rom tollerato dalla giunta PD di Milano


I rom del campo irregolare di via Cusago 275, a Milano, si sono sbizzarriti. Tra ville di lusso, macchinoni e palme in stile Miami Beach, sembrerebbe quasi un villaggio vacanze. Peccato che sia invece un’area occupata abusivamente a pochi chilometri dal centro meneghino. Una delle tante del capoluogo lombardo.

E una delle tante che il sindaco Beppe Sala aveva promesso di chiudere. Una promessa, la sua, ribadita anche nel lontano maggio 2018. “La direzione dei campi rom è la chiusura”, aveva dichiarato il primo cittadino dem. Quelli irregolari, ma anche quelli regolari, perché – aveva detto – “non sono un modello di successo né da replicare”.

Qui i nomadi hanno costruito case illegalmente su un terreno non edificabile. “Si sono costruiti veri e propri villoni”, spiega SIlvia Sardone. L’europarlamentare della Lega, sul posto per un sopralluogo, fa notare come questa situazione sia “una cosa incredibile considerando il fatto che agli italiani è impedito anche solo mettere dei tavolini fuori posto se hanno un bar perché vengono immediatemente multati”. E poi attacca: “Invece questi si fanno le villone alla Scarface e nessuno dice assolutamente nulla”. Abusivismo e delinquenza I rom – lo ha detto lo stesso Sala – “non vengono a Milano per vacanza”. E infatti oltre al problema abusivismo c’è da considerare il problema delinquenza.

Non è da escludere che all’interno del campo siano detenute armi illegalmente. A dar adito a questa ipotesi è un fatto di cronaca di qualche mese fa. A febbraio, infatti, un rom di 35 anni di questo campo irregolare è stato arrestato con l’accusa di aver rapinato un 40enne francese. E cosa gli avrebbe rubato? Niente meno che la sua Ferrari F430, ritrovata poche ore dopo il fattaccio proprio in via Cusago. Il nomade avrebbe finto di organizzare una compravendita e poi è passato all’azione.

Al momento di versare la cifra richiesta all’uomo, il rom ha estratto una pistola, l’ha minacciato e dopo è salito sull’auto ed è fuggito. Poi, tornato a Milano, con tutta serenità ha parcheggiato la Ferrari davanti al suo villone abusivo. Nessuna integrazione Basta farsi un giro intorno a queste abitazioni al mattino e durante la settimama per avere un quadro della situazione. Bambini e adolescenti ciondolano tra la veranda e il giardino nelle varie villone.

Insomma, della scuola non c’è neanche l’ombra. “Ho chiesto perché stanno qui invece di andare a scuola e non ho avuto una risposta”, aggiunge Sardone. E dire che a giudicare dal tenore di vita del villaggio abusivo, be’, i soldi per i libri scolastici non mancherebbero di certo. E poi senza scuola, si sa, non c’è integrazione. E senza integrazione le strade sono poche e tortuose. Ma la loro è una scelta: nessuno ha imposto a queste persone di barricarsi in una lontana vita in nome dell’illegalità.