Di Pasquale Napolitano – Costruttori sì. Ma del proprio conto corrente. Al netto di poltrone nel governo, incarichi e nomine delle partecipate di Stato, i voltagabbana, che salveranno il governo Conte, si papperanno un tesoretto, se la legislatura arriverà fino alla scadenza naturale nel 2023, pari a 3.351.400 euro. Altro che costruttori europeisti. Altro che interesse superiore dell’Italia. I cambi di casacca sono animati da finalità «nobili»: indennità, diaria, rimborso spese per altri due anni e più. Treni, autostrade e aerei gratis. E poi: mutui a tassi agevolati e rimborso spese sanitarie.
Al momento, la maggioranza che sostiene l’esecutivo Conte in Senato (dove si gioca la vera partita per i numeri risicati) oscilla tra 151 e 155 voti. La soglia dell’autosufficienza è fissata a 161: maggioranza assoluta. Ma l’esecutivo può andare avanti anche con una maggioranza relativa, grazie all’astensione di Italia Viva. Incassando il voto di fiducia nel doppio passaggio parlamentare: oggi alla Camera, domani al Senato. Gli sherpa di Palazzo Chigi sono al lavoro per recuperare 10 costruttori-voltagabbana: la quota minima per evitare lo scenario pericoloso di un governo di minoranza sotto attacco in ogni votazione in Aula e nelle commissioni. Per raccogliere in un’unica sigla i dieci costruttori della Nazione è nato anche un gruppo: Italia2023.
Ma quanto costeranno alla collettività (alle casse dello Stato) i 10 salvatori dell’Italia? Il conto è semplice. Ma anche salatissimo. I riflettori sono puntati sul Senato. Alla Camera l’esecutivo Conte non sembra avere difficoltà. Quanto intasca un senatore a fine? Sono diverse le voci. L’indennità è pari a 5.300 euro. Bisogna aggiungere diaria (3.500 euro) e 2mila euro per spese forfettarie. Ultima voce: 2.090 euro per i collaboratori. Il totale è pari a 12.890 euro. Che va moltiplicato per i 10 senatori; è la quota minima per mettere in sicurezza il governo e centrare l’obiettivo dei 161 voti. Ma il numero dei voltagabbana potrebbe variare fino a 15. I 10 transfughi costeranno 128mila e 900 euro. Ventisei sono i mesi che mancano alla scadenza naturale (marzo 2023) della legislatura. Si arriva alla somma finale di 3.351.400 euro.
Dunque, quasi 3milioni e mezzo di euro di buone ragioni per abboccare ai corteggiamenti dell’avvocato del popolo. La caccia continua. Chi sono i costruttori che possono cambiare il destino dell’esecutivo? Clemente Mastella, vecchia volpe della Prima Repubblica, si è offerto nei giorni scorsi come il federatore dei voltagabbana. Però ora pare si sia ritirato. I primi tentativi sono andati a vuoto. Resta tra i responsabili-voltagabbana la senatrice Sandra Lonardo, moglie di Mastella. Il partito di Matteo Renzi al Senato dovrebbe perdere due senatori: Vincenzo Carbone e Riccardo Nencini. Anche se la mossa dell’astensione potrebbe bloccare la fuga. La senatrice Tiziana Dago del movimento Popolo Protagonista figura tra i salvatori della Patria (e di Conte): scontato l’ok alla fiducia, darà un ritocco al proprio conto corrente. Tra i «costruttori» pronti a salvare l’avvocato del popolo ci sono gli ex grillini Gregorio De Falco e Paola Nugnes, Saverio De Bonis, Mario Michele Giarrusso. Si sfila Marinella Pacifico. Confermato il sostegno del gruppo Maie di cui fanno parte Ricardo Merlo, sottosegretario agli Esteri, e i senatori Adriano Cario e Raffaele Fantetti.
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