domenica 18 novembre 2018
Mattarella, il tradimento più infame: lo stanno convincendo a NON FIRMARE la manovra. Ci vuole morti tra le mani della Troika
Quando e in quali termini sarà rifilata all’Italia la procedura di infrazione per debito eccessivo? Se lo chiedono in molti. I più interessati sono i fondi di investimento americani.
Seguono con attenzione le scaramucce tra Salvini e l’Ue, fiutano l’aria, seguono le indiscrezioni e i retroscena. Motivo? Vogliono capire le mosse della Commissione almeno una settimana prima che ogni decisione diventi ufficiale. Ci sono miliardi da smuovere e compravendite da portare a termine.
Chi conosce fondi e investitori consiglia di segnare in calendario i giorni che vanno dal 10 al 15 dicembre: potrebbero essere quelli giusti per lo showdown sui mercati…
I fondi americani hanno l’orecchio teso verso Parigi dove si muove il grande mediatore tra l’Ue e il governo italiano: Pierre Moscovici.
Il commissario europeo per gli affari economici vuole evitare la procedura d’infrazione per Roma e il conseguente scontro frontale. Ecco perché ha provato a trattare in gran segreto, con il ministro dell’Economia Giovanni Tria, una riduzione “facciale” dello sforamento del deficit.
Una specie di lifting alla manovra che permetta al governo di ostentare grandi numeri che, in realtà, a livello contabile, siano più in linea con le richieste europee. Ma le probabilità che questa ipotesi venga accolta sono contenute, non superiori al 20 per cento. In questo scenario da “assedio a Fort Alamo” per l’Italia – isolata politicamente dai partner europei e minacciata dai mercati – il presidente della Repubblica Mattarella ha capito di non poter più tirare di fioretto.
Finora ha recapitato al governo le sue perplessità usando la tradizionale cortesia istituzionale. Ha giocato di sponda con i consiglieri quirinalisti (Zampetti e Castagnetti e Grasso) per consegnare consigli e moniti. Ma ora il gioco si fa duro e tentennare non si può. Il Colle ha attivato i propri canali per agganciare le cancellerie più ostili a Lega e M5s e sono continue le consultazioni con Mario Draghi, Macron e Angela Merkel per capire cosa fare. Mattarella, travolto dalla “tempesta del dubbio”, ha anche chiesto consiglio al suo ex collega giudice della Corte costituzionale, Giuliano Amato…
Il presidente della Repubblica sta valutando ogni ipotesi, compreso quella “definitiva” di andare allo scontro con il governo non firmando la manovra economica, rinviando così il testo al Parlamento. Ma come sarebbe accolta dai mercati la bocciatura del Quirinale? Male, naturalmente. Un conflitto istituzionale rischia di innescare una valanga irreversibile…Chissà se è stata questa eventualità a spingere Beppe Grillo a tuonare contro i “troppi poteri” del presidente della Repubblica…
Mattarella e i suoi consiglieri stanno pesando ogni mossa, senza mai interrompere l’attività “diplomatica”. Su impulso del Colle, infatti, il sottosegretario Giancarlo Giorgetti non manca di ricordare a Salvini che una bella fetta di elettorato leghista, dalle aziende del nord-est ai professionsiti, teme le ripercussioni di una tempesta dello spread da 400/500 punti, che rischia di stravolgere risparmi, mutui e tassi di interesse. Allora sì che per Salvini la pacchia diventerebbe una panchina ai giardinetti…
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