lunedì 10 giugno 2019
Ue, Moscovici continua a dare ordini all’Italia e avverte il governo: “Il ministro Tria sa quello che deve fare…”
“È consapevole di quello che deve fare…”. L’avvertimento al ministro dell’Economia Giovanni Tria arriva dal commissario agli Affari economici europei Pierre Moscovici. I due si trovano in questi giorni a Fukuoka, in Giappone, per i lavori del G20 finanziario e inevitabilmente si finisce per parlare del processo di valutazione in corso a Bruxelles sulla procedura per deficit eccessivo all’Italia. E, mentre si fa più aspro lo scontro tra Bruxelles e il governo Conte sulla futura manovra economica, il francese scommette tutto sull’asse con il numero uno del Tesoro italiano.
Che si fionda a rassicurarlo garantendo “un deficit al 2,1-2,2%” e, soprattutto, mettendo una pietra sopra l’idea leghista dei minibot. “Mi aspetto l’appoggio degli stati membri sull’approccio della Commissione”, fa sapere Moscovici ai microfoni dell’agenzia Reuters. In queste ore, come anticipa lui stesso, la Commissione europea sta dicendo al governo italiano di aver bisogno di dati e cifre che dimostrino chiaramente che gli obiettivi di politica fiscale, su cui ci sono messi d’accordo lo scorso dicembre, verranno rispettati quest’anno.
“Nel contempo – aggiunge – dobbiamo avere serie rassicurazioni che il bilancio del 2020 sia sostenibile”. Nella due giorni giapponese Tria ha avuto diversi incontri con i partner europei. Non ha incontrato solo Moscovici nelle bilaterali, ma anche altri rappresentanti. E tutti gli hanno riferito le stesse preoccupazioni che il commissario francese ha reso pubbliche in queste ore. “Nessuno vuole che sia lanciata la procedura di infrazione contro l’Italia – è l’avvertimento dei bigeuropei – ma tutti vogliamo che le regole comuni siano rispettate”.
Dal canto suo Tria si dice “sicuro” di riuscire a trovare una soluzione. “L’atteggiamento del governo italiano è quello di essere in linea con le regole fiscali”, spiega garantendo che il deficit “andrà sotto, intorno al 2,1-2,2%”. le aspettative sono, dunque, quelle scritte nel Def e non è in programma un ulteriore sforamento del disavanzo. “Cercheremo di dimostrare che il nostro programma riuscirà a riportare l’Italia in linea con gli impegni”. La linea di Tria è perfettamente in sincrono con quella delle cancellerie europee. E questo non piace affatto a Matteo Salvini e Luigi Di Maio che puntano, al contrario, ad andare a Bruxelles per rompere le regole.
Lo dimostrano anche i dissapori sui minibot che, nell’intento dei due vicepremier, servirebbero a pagare gli innumerevoli debiti contratti dalla pubblica amministrazione con le famiglie e le imprese. “Non credo che ci sia una discussione interessante – taglia corto Tria – perché abbiamo discusso di alcune opinioni, ma non è una questione principale che andremo a trattare a livello di governo”. Al suo rientro da Fukuoka ne dovrà certamete parlare con i due titolari dell’esecutivo. E lo scontro si preannuncia durissimo
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