sabato 8 giugno 2019

È ripresa l’invasione dell’Italia grazie alla magistratura rossa eversiva, alle Ong e i sindaci di sinistra


Gli sbarchi sono ricominciati. Come tutte le estati. Nonostante il ministro dell’Interno, nonostante i tanti annunci fatti e i porti chiusi.

A parole. Perché, nei fatti, come dimostra lo sbarco di ieri a Pozzallo, sulle nostre banchine continuano ad arrivare i migranti. Perché in ballo non ci sono solo Salvini e la sue dichiarazioni, ma una intera galassia di istituzioni che si mettono di traverso al Viminale. E che tifano invasione. Un piccolo elenco: i sindaci che, nonostante le indicazioni di Roma, spalancano le porte delle loro città agli immigrati.

I giudici – come quelli finiti nella maldestra «lista» del leader della Lega – che bloccano ogni tentativo di drenare i flussi e sprecano il loro tempo cercando di portare alla sbarra lo stesso ministro. Le Ong, che continuano a pirateggiare indisturbate nel Mediterraneo e a fornire il loro servizio di taxi.

E poi ci sono i Paesi dell’Unione che non collaborano e hanno buon gioco nel trasformare l’Italia nel campo profughi della Ue. Un asse trasversale che va dalla sinistra chic di Macron – che blinda ermeticamente i suoi confini – ai sovranisti che sono amici di Salvini, ma evidentemente non abbastanza da accettare le quote di redistribuzione dei migranti.

E poi, ancora, tutto un retroterra culturale che nel nome del buonismo cerca di far passare per cattivismo ogni legittimo tentativo di regolamentare l’immigrazione e i respingimenti: dall’associazionismo cattocomunista al Vaticano, passando per tutto il ceto cultural-intellettuale che conta. Alla fine dei conti, quello respinto, sembra proprio Salvini.