lunedì 29 giugno 2020

Esplode il focolaio sulla Moby Zaza, la nave diventa “zona rossa”. Ira dei residenti: “La nostra salute è in pericolo”



Di Sofia Dinolfo Mauro Indelicato – Salendo nel quartiere di Porto Empedocle, in zona conosciuto come “Piano Lanterna”, indicativo del rapporto tra questa città ed il suo mare antistante, la fonte delle ultime ansie da coronavirus nel nostro Paese assume le sembianze di una nave in rada ben visibile non appena si indirizza lo sguardo verso l’orizzonte. La scritta “Moby” è ben visibile, tutto il resto però appare più lontano: non si nota il trambusto a bordo, difficilmente chi guarda da lontano può pensare che quel mezzo fermo non lontano dal porto sia una zona rossa.

Eppure è proprio a bordo della Moby Zazà che si concentrano le principali preoccupazioni sanitarie delle ultime ore. Qui sono presenti almeno 28 migranti contagiati, tutti scesi dalla Sea Watch 3 nella giornata di domenica scorsa. È la prima volta da quando il traghetto è usato come nave per la quarantena che capita una cosa del genere ed ora a Porto Empedocle la gente inizia ad essere preoccupata.

Parlando con i cittadini di questa comunità affacciata sul Mediterraneo, tutti iniziano con una premessa: “Non siamo razzisti”, quasi a voler preventivamente giustificare ogni frase detta sui timori per la salute generati dalla positività riscontrata nei migranti scesi dalla Sea Watch 3. “Quanti sacrifici fatti in questi mesi – racconta un commerciante della centralissima via Roma – Chiusi in casa per sperare di non avere il virus sotto casa. Non è bello sapere che dobbiamo convivere con la presenza di persone infette”. Anche se la nave adesso è in rada, la gente comunque ha paura: “Fa impressione – conferma un altro cittadino di Porto Empedocle affacciato dal belvedere di Piano Lanterna –Di punto in bianco ci siamo ritrovati una zona rossa dentro una nave a due passi dal nostro porto”.

È l’aspetto psicologico qui ad essere maggiormente provato: quando il Covid sembrava un brutto ricordo, il solo fatto che si parli di una zona rossa, seppur limitata ad una nave in rada, ha fatto ripiombare la gente nell’incubo di poche settimane fa. E c’è anche chi adesso fa due conti con le proprie tasche: “Avevo detto a molti miei clienti abituali di tornare, che qui è sicuro – dichiara un ristoratore –E ora? Chi verrebbe in un paese dove c’è una nave dichiarata zona rossa?”
La cronaca delle ultime ore
Domenica mattina Porto Empedocle era un paese normale, uno dei tanti in Sicilia dove lo spettro del Covid era realmente alle spalle. Nessuno si immaginava che, da lì a poche ore, la città dovesse iniziare a convivere con la presenza di una zona rossa dentro il porto. Intorno alle 10 del mattino è infatti arrivata la nave Sea Watch 3, reduce da tre missioni di salvataggio di migranti a largo della Libia. Le operazioni di trasbordo dal mezzo dell’Ong alla Moby Zazà di 211 persone sono state ritardate per aspettare l’esito di almeno un tampone su un migrante che presentava sintomi sospetti. Arrivata la negatività del test, tutti sono quindi stati posizionati a bordo della nave della quarantena. Le brutte sorprese erano però dietro l’angolo: tra domenica e lunedì, almeno una persona appena scesa dalla Sea Watch 3 non si è sentita bene ed è stata trasferita a Caltanissetta. Martedì mattina iniziavano a circolare voci circa la positività al coronavirus del migrante in questione, tra mezze conferme e responsi non ufficializzati, soltanto in tarda serata si è avuta la conferma. Porto Empedocle mercoledì si è quindi risvegliata con la paura di un caso Covid a bordo della nave ferma in quel momento dentro lo scalo.

Poi, nel giro di poche ore, i migranti positivi sono addirittura diventati 28. A quel punto, i cittadini hanno capito di trovarsi dinnanzi ad una situazione non vissuta nemmeno nei giorni dell’emergenza. Proprio mercoledì era presente ad Agrigento una delegazione della bicamerale del comitato Schengen, i cui membri hanno visitato nel primo pomeriggio la parte del porto dove si trovava ancorata la Moby Zazà. Poche ore dopo è arrivata l’ufficialità della dichiarazione della nave come “zona rossa”. E le preoccupazioni in tal senso non si fermano, a Lampedusa gli sbarchi continuano: nelle ultime 24 ore sono arrivati 254 migranti in 8 distinti barchini. Una parte di loro è stata trasferita sul traghetto avente direzione Porto Empedocle e, i rimanenti, partiranno con la stessa destinazione questa sera.