martedì 4 giugno 2019

“Favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”: indagato tutto l’equipaggio “scafista” della Mare Jonio


I componenti dell’equipaggio della Mare Jonio sono indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Dopo il blitz mattutino della Guardia di Finanza a bordo della nave di Mediterranea Saving Humans e la decisione dei militari di sequestrare l’imbarcazione, ora arriva la notifica da parte della procura di Agrigento: i pm hanno aperto un fascicolo di indagine nei confronti dei volontari della Ong. Come noto la Mare Jonio ieri sera ha recuperato al largo della Libia 30 immigrati. Invece di portarli a Tripoli, l’Ong ha fatto rotta verso l’Italia.

Alle prime luci dell’alba di oggi è entrata in acque territoriali italiane, chiedendo al Viminale di indicare un porto sicuro per lo sbarco. Indicazione che però non è mai arrivata. La Guardia di Finanza è salita a bordo per un controllo di polizia e poi ha scortato la nave verso Lampedusa. Qui, anche in ottemperanza alle nuove direttive del ministro dell’Interno, ha disposto il sequestro della nave. Atto che ora dovrà essere convalidato o meno dalla procura di Agrigento. I pm hanno prima annunciato di aver aperto un fascicolo e, letti gli atti delle Fiamme Gialle, hanno deciso di iscrivere nel registro degli indagati i membri dell’equipaggio di Mare Jonio.

Si tratta di un atto dovuto dopo la segnalazione della Finanza. Adesso, come trapela, i magistrato dovranno valutare, in base alla ricostruzione del salvataggio, se nell’operato di Mediterranea siano ravvisabili o meno profili di reato. Intanto arrivano le reazioni politiche. Salvini esulta perché l’Ong “non entra in porto da nave libera”. Anche Di Maio si dice soddisfatto: “Le decisioni che sono state prese come sempre sono di tutto il governo – ha detto il vicepremier grillino – La cosa positiva è che questa nave è stata sequestrata un’altra volta, spero che si arrenda e smetta di girare nel Mediterraneo, facendo una serie di azioni che evidentemente hanno qualcosa che non va“.

Più cauto Antonio Conte, che ha preferito focalizzare la sua attenzione sul fatto che i migranti verranno fatti sbarcare e curati in Italia (così come quelli arrivati ad Augusta a bordo della nave militare). “Ci siamo sentiti con Salvini e siamo d’accordo sul sequestro – ha spiegato – La nave era già stata diffidata, ora si faranno le verifiche. C’è di mezzo l’autorità giudiziaria e non entro nel merito. I migranti a bordo verranno fatti scendere e messi in sicurezza, ci mancherebbe, mica li mettiamo nelle patrie galere o li affoghiamo in mare“.