martedì 19 gennaio 2021

Quando il “pagliaccio” attaccava i senatori a vita: “Nonni da ospizio, non muoiono mai. Sfuggono alla democrazia”





di Monica Pucci – Il governo Conte è appeso ai voti dei senatori a vita, che potrebbero gonfiarne i numeri per consentirgli di portare la pelle a casa e non essere costretto a passare, stasera, dal Senato al Quirinale per le dimissioni. Il premier potrebbe dunque beneficiare del supporto di coloro che fino a qualche tempo fa il suo partito di riferimento, il M5S, volevano abolire. E ai quali riservavano epiteti, ironie, promesse di cancellazione, con il leader dei cinquestelle, Beppe Grillo, in prima linea, fin dai suoi scritti del 2012…

Quando Beppe Grillo voleva abolire i senatori a vita


Eppure c’è stato un momento in cui i pentastellati volevano cancellare i senatori a vita con un tratto di penna dalla nostra Costituzione. Sul Blog di Beppe Grillo e sul Blog delle Stelle sopravvive ancora una pubblicistica in tal senso. Nel lontano 2008 – secondo governo Prodi – Grillo scriveva: “I nostri nonni governativi escono dagli ospizi per entrare in Parlamento con lo stesso obiettivo. Il governo è al sicuro grazie al voto dei senatori a vita. La Montalcini dai capelli turchini ha l’età di una trisavola e Andreotti è prescritto a vita e quindi non può morire. I costi della politica sono destinati ad aumentare. Badanti, infermieri, accompagnatrici e ambulanze per ricoveri d’urgenza in Piazza Montecitorio ci costeranno una Finanziaria”.

“Non muoiono mai o muoiono troppo tardi…”

Passa qualche anno – è il 2012 – ma Grillo non cambia idea sull’argomento: “La composizione del Parlamento, in teoria, dovrebbe essere decisa solo dal popolo sovrano. Non è così. L’istituto delle nomina del senatore a vita sfugge a qualunque controllo democratico. E’ una promozione di carattere feudale, baronale, come ai tempi dei valvassini e dei valvassori. Per diritto divino”.

E ancora: “I senatori a vita non muoiono mai, o almeno muoiono molto più tardi. In Senato pochi voti possono determinare l’esito di un voto di fiducia o l’approvazione di una legge non costituzionale. E’ già successo. I senatori a vita possono risultare decisivi. E’ già successo”. E succederà ancora. Nel 2013 il del co-fondatore M5S rincara: “Sono contrario alla nomina di senatori a vita con diritto di voto che alterano gli equilibri della democrazia popolare. Un’usanza medioevale e antidemocratica”.

Crimi e il progetto di legge per eliminarli

Risale sempre allo stesso anno un intervento di Vito Crimi – attuale capo politico dei 5 Stelle – dal titolo “Discutiamo: Abolizione della carica di senatore a vita”, che annuncia l’inizio della discussione sulla applicazione ‘Lex’ (antenata di Rousseau) del disegno di legge costituzionale per abolire l’istituto dei senatori a vita: “Il 12 dicembre la Giunta per le Elezioni del Senato ha convalidato l’incarico dei 4 senatori a vita, recentemente nominati dal Presidente Napolitano“, scriveva Crimi, spiegando che il M5S si era astenuto “in quanto da sempre contrario all’istituto dei senatori a vita. La loro presenza distorce la rappresentanza parlamentare e in particolare quella del Senato della Repubblica in quanto integrata con soggetti aventi una legittimazione deliberatamente non democratica che oggi non trova più alcun motivo di esistere”. Oggi, 2021, quel motivo c’è.

Quando il leader del M5s chiedeva di togliere i poteri di nomina dei senatori a vita (al minuto 0.42)


Quando il grillino Cecconi chiedeva a Napolitano di dimettersi da senatore a vita

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