Da La voce del Trentino – Farà ingresso a capo chino Giuseppe Conte, martedì 17 novembre, al Palazzo di Giustizia di Trento. Lo attenderà la giudice per le indagini preliminari Claudia Miori, chiamata a decidere se mandarlo a processo o no per tutto quello che il premier ha combinato tra pandemia e lockdown.
Il presidente del Consiglio è infatti formalmente indagato per attentato alla Costituzione (articolo 283 del codice penale), abuso d’ufficio (art. 323) e violenza privata (610). Nella nostra città quindi sapremo se il premier andrà a processo per aver tenuto in ostaggio il popolo italiano. Il premier è stato denunciato da migliaia di persone in tutta Italia, per questo l’eventuale decisione dei giudici di Trento potrebbe avere una reazione a catena importante per Conte.
La decisione sarà presa a Trento perché è lì che la Procura della Repubblica si è mossa prima delle altre. Da tutta Italia, su iniziativa dell’avvocato Edoardo Polacco di Roma, sono piovute in ogni Procura migliaia di denunce contro la scriteriata gestione governativa della pandemia.
E anche se quella di Trento, con la pm Liverani, a giugno ha proposto l’archiviazione, la Gip Claudia Miori vuole vederci chiaro e ha fissato la Camera di Consiglio per la decisione se andare a processo o meno. In altri tribunali si stanno esaminando le denunce, altri le stanno già trasmettendo al Tribunale dei ministri, vedremo che succederà a Trento.
Nell’atto firmato dalla giudice Miori si fa riferimento anche all’opposizione dello studio Polacco alla richiesta del pm di archiviare la denuncia depositata depositata per conto del signor Mariano Margonari.
“Finalmente – dice Polacco – il governo ed il presidente del consiglio dovranno spiegare ai giudici la repressione delle libertà costituzionali per il popolo italiano attraverso i decreti del presidente del consiglio dei ministri”.
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