venerdì 26 luglio 2019
Carabiniere ucciso, ira del Cocer: “Colpa di chi garantisce i diritti dei delinquenti e non tutela i suoi servitori”
Non è possibile morire così per un intervento stupido che normalmente si dovrebbe risolvere senza troppi problemi. Per quanto mi riguarda la responsabilità è dei vari governi, compreso questo, che si sono succeduti negli anni e che, per garantire diritti ai delinquenti, non hanno tutelato lo Stato e i suoi servitori.
Sono certo che quei due banditi, anche una volta arrestati, andranno a farsi una vacanza di pochi giorni nelle carceri italiane per poi ritornare a delinquere e ammazzare gente innocente come nulla fosse”. E’ quanto affermano all’Adnkronos, Antonio Tarallo e Gaetano Schiralli del Cocer carabinieri, dopo l’uccisione – stanotte – del vice brigadiere Mario Rega Cerciello, 35 anni.
“Non sono i decreti sicurezza che risolveranno mai questi problemi, ma sono leggi serie concordate tra politica e magistratura affinché il delinquente -aggiungono Tarallo e Schiralli- debba avere paura di commettere reati così come accade in tutti i paesi civilizzati del mondo. Approfitto per mandare un forte abbraccio alla famiglia del collega/amico deceduto, sperando che questa tragedia possa svegliare gli animi di chi ci governa, di chi dovrebbe tutelarci giuridicamente per evitare che queste cose non accadano più”.
Per Massimiliano Zetti del Sindacato Italiano Militari Carabinieri, “il tributo di sangue del personale che deve garantire la sicurezza ai cittadini è altissimo. Oggi un’altra giovane vedova sarà aiutata in ogni modo dall’Arma dei Carabinieri. Noi diciamo basta. Il Governo intervenga per difendere i difensori della legalità”. “Questa mattina ci troviamo come l’ennesimo film già visto a piangere la morte del Vice Brigadiere dei Carabinieri Mario Cerciello Rega, 35enne, che questa notte dopo aver ricevuto 7 coltellate, una delle quali lo ha colpito al cuore, è deceduto – ha spiegato -. Solamente poche settimane fa (il 4 luglio) dinanzi alle Commissioni Affari Costituzionali e Giustizia, nel dare parere sul Decreto Sicurezza Bis avevo lanciato il grido di dolore degli operatori che lavorano sulla strada”.
“Avevamo chiesto l’introduzione delle body cam per tutti gli operatori su strada per documentare i casi in cui si renda necessario l’uso della forza – ha continuato – Stanziamento di fondi per creare le ‘sale fermati’ che dovrebbero avere in dotazione appositi requisiti con impianti di videocamere a circuito chiuso che permettano di documentare i sempre più frequenti casi di ‘autolesionismo’ che vengono adottati sempre più spesso da coloro che vengono portati in caserma per esigenze connesse al servizio di istituto”. “Dotazione non più rinviabile a tutte le pattuglie del Taser, strumento che permette veramente di operare a distanza e in completa sicurezza per l’operatore di Polizia, soprattutto nel caso di personaggi armati e e in stato di esagitazione – ha continuato – Assunzione di Dispositivi di Protezione Individuale previsti per tutti i lavoratori pubblici e privati quali ad esempio guanti antitaglio. Spesso i colleghi riportano ferite da arma bianca ma anche recentemente si è assistito a colleghi morsi con relativo distacco di parti anatomiche”. “Solamente ad oggi, per l’anno 2019 siamo ad oltre 70 episodi in cui colleghi, poliziotti, carabinieri e talvolta anche uomini delle polizie locali hanno subito lesioni anche gravi – ha concluso – Gli uomini sono stanchi, i colleghi si sentono demotivati e abbandonati. La politica intervenga”.
Il Sindacato unitario lavoratori militari (Siulm) dopo la notizia chiede “effettive espulsioni per chi commette crimini, certezza della pena, leggi e pene durissime per chi commette questi crimini e migliori equipaggiamenti per il personale che opera giorno e notte per la sicurezza di tutti i cittadini”.
A commentare il tragico omicidio anche Fabio Conestà, segretario generale del Movimento Sindacale Autonomo di Polizia (Mosap): “E’ stato ammazzato da nordafricani a due passi dal Vaticano. Un povero carabiniere che stava facendo il suo dovere ha finito di campare per le coltellate inferte da una coppia di maghrebini che si è data alla fuga. Ora certezza della pena e chiediamo di rafforzare il territorio con uomini e mezzi. Questi vigliacchi devono pagarla cara”.
Per Conestà si tratta di “una tragedia che ha colpito tutti, per la particolare efferatezza del delitto: a quanto si è appreso poco dopo le 3 in via Pietro Cossa, un equipaggio della stazione Farnese dell’Arma è intervenuto per il recupero di una borsa, rubata poco prima da parte di due soggetti nordafricani. Bloccati dai militari – continua -, uno dei due ha estratto un coltello con il quale ha pugnalato il vicebrigadiere Mario Cerciello Reda di 35 anni, con 7 coltellate, una delle quali lo ha colpito mortalmente al cuore. Trasportato d’urgenza al Santo Spirito, il povero milite è morto dopo diversi tentativi di rianimazione”. “Preghiamo”, conclude il segretario, che fa parte dell’Ispettorato Ps Vaticano, ”per il giovane carabiniere e per la sua famiglia, e per tutta l’Arma dei Carabinieri. Siamo costernati”.
Manifestazioni di cordoglio anche da Domenico Pianese, Segretario Generale del sindacato di Polizia Coisp: “Siamo, soprattutto a Roma, in una condizione da Far West. E’ inaccettabile che un Carabiniere debba morire a 35 anni nello svolgimento del proprio lavoro per mano di due criminali intenti a commettere un furto. Ci sembra di rivivere quanto accaduto pochi giorni fa a Tor Bella Monaca, quando solo per miracolo il nostro collega è riuscito a salvarsi da una coltellata. Siamo profondamente vicini ai familiari e a tutta l’Arma dei Carabinieri che oggi hanno perso un un leale servitore dello Stato”.
“Questa escalation di violenza nei confronti delle donne e degli uomini delle Forze dell’Ordine dovrebbe far rendere conto che alcuni interventi non si possono più realizzare con un solo equipaggio – continua Pianese -, ne servirebbero almeno due, specialmente in alcune zone della Capitale particolarmente sensibili. Questo è quello che abbiamo chiesto in sede di confronto con le istituzioni e continueremo a batterci affinché la tutela degli uomini in divisa diventi una priorità. L’episodio di questa notte è una sconfitta per lo Stato Italiano e per tutte le persone perbene”, conclude.
“Esprimiamo profondo cordoglio all’Arma dei Carabinieri per questo tragico evento e vicinanza alla famiglia del giovane Vice Brigadiere barbaramente ucciso. E’ il quinto collega caduto in servizio dall’inizio dell’anno, a fronte dei tanti che ogni giorno vengono feriti mentre svolgono il servizio. Questa inizia a prendere le sembianze di una strage”. A dichiararlo è Stefano Paoloni, Segretario Generale del Sindacato Autonomo di Polizia (Sap).
“Tutto questo non è accettabile – prosegue -, vanno individuate norme che facciano comprendere a tutti che chi svolge una funzione pubblica, va tutelato. Il collega è morto a causa di 7 coltellate. 7 coltellate significano che l’extracomunitario aveva intenzione di ucciderlo e non di dileguarsi. Noi operatori delle forze dell’ordine, siamo obbligati ogni giorno a confrontarci con questo tipo di persone che fanno della criminalità la loro mission, non avendo rispetto né per le divise, né per la vita umana. Ci aspettiamo prese di posizione chiare da tutte le forze politiche, perché – conclude Paoloni – davanti a un giovane Carabiniere accoltellato a morte, non si può negare nulla di tutto ciò”.
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