giovedì 21 maggio 2020

Boss scarcerati e boss stipendiati dal governo: l’Italia dei 5 Stelle diventa un paradiso per i mafiosi



Passi pure per i finti poveri che sfrecciano in Ferrari. Oppure per glistakanovisti del doppio lavoro, rigorosamente in “nero”. E persino per i terroristi pentiti. Ma il reddito di cittadinanza a mafiosi, camorristi e ‘ndranghetisti proprio no. E non tanto per una questione morale, pur preminente, quanto per il perverso risvolto pratico della vicenda. Già, perché per ogni picciotto finanziato dallo Stato, c’è un boss, un clan, una cosca che risparmia sullo stipendio a quell’affiliato. Si chiama agevolazione mafiosa ed è prevista e punita dal codice penale.
Il Reddito ha favorito anche i boss
È questo il lato B snudato in Calabria dall’operazione Mala Civitas. Ammontavano a oltre cento i ceffi, appartenenti alle maggiori ‘ndrine della Locride, che ogni mese”caricavano” sulla propria card il reddito di cittadinanza. Lo Stato che si fa bancomat per la gioia di quegli stessi boss che lo negano ogni giorno. Un vero paradosso. Anzi un testacoda. Sì, perché quando Di Maio – colti, come tutti i Cinquestelle, da improvvisa afonia – s’affacciò festante al balcone di Palazzo Chigi per annunciare «l’abolizione della povertà», non mancò chi tentò di metterlo in guardia da eventuali effetti indesiderati fatalmente sprigionati dalla loro misura. Inutilmente, però.
Dove sono tutte le garanzie di trasparenza promesse dal M5S
Il M5S si sentiva garantito da alcuni vincoli all’applicazione della misura scopiazzati qua e là: i navigator, il limite dei tre rifiuti, l’obbligo di lavorare qualche ora per il proprio Comune e altre buone intenzioni di questo tipo. Tutte rimaste tali. Infatti, erano solo fuffa nel tentativo di nascondere il vero volto del reddito di cittadinanza come incentivo al divano. E questo è solo l’aspetto sociale. Ma già prima, sotto quello elettorale, la misura si era rivelata come la più imponente operazione di voto di scambio mai realizzata in Italia. Ora la Finanza ci dice che c’è anche l’aggravante dell’agevolazione mafiosa. Ovviamente, il problema non è penale e Di Maio non finirà per questo alla sbarra. Ma, politicamente, lui e i grillini ne dovranno rispondere. Tra boss scarcerati per il Covid e boss stipendiati con il Reddito, i mafiosi non sono mai stati così coccolati come in questa Italia a Cinquestelle.