Non si fermano le aggressioni in carcere. Stavolta nel penitenziario di Trento. Un detenuto immigrato ha prima minacciato di morte e poi aggredito alcuni agenti di polizia penitenziaria. La notizia arriva dal sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria Sappe. Il detenuto immigrato si è scatenato: calci, pugni e morsi
Tutto ha avuto inizio da un diverbio con il medico di guardia. Un detenuto immigrato, di origine maghrebina, ha posto resistenza al momento di rientrare in cella. L’ispettore di polizia penitenziaria ha tentato di dialogare con lui, ma non c’è stato niente da fare. L’uomo ha aggredito il personale, ha minacciato di morte gli operanti cercando di colpirlo con calci, pugni e morsi.
L’intervento degli agenti di polizia penitenziariaI poliziotti hanno cercato di contenerlo. Ma nella fase più concitata un agente ha subito la distorsione del polso sinistro ed è stato portato al pronto soccorso del nosocomio di Trento per le cure . «Il detenuto immigrato è un soggetto che ha già posto in essere comportamenti violenti durante la detenzione. Ai colleghi feriti va la nostra vicinanza», si legge in una nota del Sappe.
La protesta del SappeDonato Capece, segretario generale del Sappe, torna a sottolineare le criticità delle carceri italiane: «Quel che è accaduto a Trento ha riportato alla ribalta le difficoltà della struttura detentiva. La polizia penitenziaria lavora in gravi condizioni operative. Dove sono ora quelli che rivendicano ad ogni pie’ sospinto più diritti e più attenzione per i criminali ma si scordano dei servitori dello Stato?».
Chiesto un incontro al ministro della GiustiziaIl Sappe rinnova «la richiesta di un incontro con il ministro della Giustizia per affrontare eventuali interventi che possano essere messi in campo dalla politica. La realtà è che sono state smantellate le politiche di sicurezza delle carceri. Hanno preferito il regime penitenziario aperto, con detenuti fuori dalle celle per almeno 8 ore al giorno».