martedì 14 luglio 2020
Francia sotto choc: autista di autobus ucciso a calci e pugni da 4 arabi, aveva chiesto di indossare la mascherina
Di Mauro Zanon – «Papà si è addormentato alle 17:30». Con queste parole Marie, 18 anni, la più giovane della famiglia Monguillot, ha annunciato venerdì la morte del padre, Philippe, conducente di autobus di Bayonne, nel sud-ovest della Francia, massacrato a colpi di pugni e calci da quattro racailles (marmaglia, ndr) di origini arabe per aver controllato i biglietti e chiesto loro di mettersi la mascherina come tutti gli altri. «Io e le mie figlie siamo distrutte», ha detto in lacrime la moglie dell’autista, Véronique, 52 anni.
Philippe si trovava in stato di morte celebrale da quando è stato aggredito, lo scorso 5 luglio, mentre era in servizio, e la sua famiglia ha deciso di lasciarlo «partire in pace». «I medici erano favorevoli, e anche noi. Non volevamo che si svegliasse in uno stato vegetativo», ha dichiarato la figlia Marie al quotidiano Sud Ouest. Mancavano pochi mesi alla pensione a quest’ uomo di 59 anni appassionato di rugby e di calcio, che la mattina del dramma aveva postato su Facebook una foto del suo nuovo camping-car, pronto per essere utilizzato con Véronique e le sue adorate figlie, e che aveva aiutato la moglie a lavare i vetri della casa prima di andare al lavoro.
Alla guida del trambus T1, tutto scorre liscio fino alle 19:15, quando alla fermata Balishon, quattro persone, Mohamed C., Mohammed A., Moussa B. e Sélim Z. non hanno alcuna intenzione di mettersi la mascherina per salire sull’autobus. Quando Philippe chiede il biglietto a uno di loro e invita gli altri tre a rispettare le regole, e dunque a indossare la mascherina come tutti gli altri passeggeri, si scatena una violenza fuori del comune. «È scoppiata una furiosa lite. L’autista è stato spinto fuori dall’autobus. Lì due persone gli hanno dato calci e pugni violenti nella parte superiore del corpo e in particolare alla testa», ha dichiarato durante una conferenza stampa il vice procuratore di Bayonne, Marc Mariée.
I quattro uomini hanno lasciato l’autista «incosciente sul marciapiede» prima di fuggire per «rifugiarsi nell’appartamento di uno di loro», ha aggiunto il vice procuratore. Due di loro, di 22 e 23 anni, già noti alla polizia, erano stati accusati di tentato omicidio e subito incarcerati dopo i fatti. Ma ora, con la morte dell’uomo, la loro posizione si aggrava pesantemente. Oltre ai due arrestati, altri due individui tra i trenta e i quarant’ anni sono accusati di favoreggiamento e omissione di soccorso.
I nomi dei responsabili sono stati tenuti nascosti dalla stragrande maggioranza dei media francesi nei giorni successivi all’aggressione. E anche ieri, si faceva fatica a trovare l’identità degli aggressori che hanno distrutto per sempre una famiglia tranquilla e serena della provincia francese. È una pagina Facebook di poliziotti e gendarmi, “Page Officiel Des Instructeurs Police (APP) Formateur de la Gendarmerie:(MIP):(FO)”, che per prima ha fatto uscire i nomi, pubblicando l’immagine di uno degli aggressori catturata da una telecamera di videosorveglianza.
«Gli assassini dell’autista di bus di Bayonne sono quattro delinquenti dalla fedina penale lunga come il braccio: Mohamed C., Mohammed A., Moussa B. e Sélim Z. e non dei “francesi marginali” come certi giornalisti hanno provato a far credere in maniera vergognosa», si legge sul profilo degli agenti.
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