lunedì 12 novembre 2018
Ndrangheta, 24 arresti a Lamezia Terme. L’ex sottosegretario di Forza Italia Giuseppe Galati ai domiciliari
Terremoto giudiziario a Lamezia Terme. Stamattina, all’alba, sono stati arrestati mafiosi, pubblici amministratori e politici.
In totale entiquattro sono le persone destinatarie di un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip su richiesta della Dda di Catanzaro. L’operazione si chiama “Quinta Bolgia” ed è condotta dalla Guardia di finanza che ha sequestrato beni per dieci milioni di euro. Dodici indagati sono finiti in carcere e altri dodici agli arresti domiciliari. Tra questi anche un’ex parlamentare nazionale. Si tratta dell’ex deputato Giuseppe Galati di Forza Italia, in passato esponente dei governi di Silvio Berlusconi.
Eletto prima con l’Udc, poi passato con Forza Italia e, successivamente, con Ala, Galati è stato ex sottosegretario alle Attività produttive (dal 2001 al 2006) e all’Istruzione (2011) è ai domiciliari. Alle ultime elezioni politiche si era ricandidato al Senato nella lista Noi con l’Italia ma era rimasto fuori dal Parlamento. Nel 2016 era rimasto coinvolto in un’altra inchiesta sulla ‘ndrangheta: In quel caso la procura di Reggio Calabria aveva chiesto il suo arresto per corruzione aggravata dalle modalità mafiose, ma il gip non l’accolse perché non ritenne sussistesse un quadro indiziario grave.
Nell’inchiesta di stamani, coordinata dal procuratore Nicola Gratteri e dal procuratore aggiunto Vincenzo Capomolla, sono coinvolti anche funzionari pubblici legati al mondo della sanità. Sembrerebbe, infatti, che al centro dell’inchiesta ci sia il servizio di ambulanze e pompe funebri nella zona di Lamezia Terme. I dettagli dell’operazione saranno illustrati stamattina nel corso di una conferenza stampa alla quale, oltre ai due magistrati che hanno guidato le indagini, parteciperà il generale Alessandro Barbera, comandante dello Scico di Roma.
In qualità di presidente della fondazione Calabresi nel mondo, ente in house della regione Calabria sottoposto a procedura di liquidazione, Galati è attualmente indagato in un procedimento avviato dalla procura di Catanzaro. Secondo l’accusa Galati avrebbe assunto un considerevole numero di collaboratori a soli “fini clientelari” come ha scritto il gip in un provvedimento di sequestro di beni per un valore di oltre 140 mila euro, “per mantenere ed incrementare il proprio bacino elettorale” simulando il loro impiego nella struttura operativa interna, la cui nomina era affidata alla scelta fiduciaria del presidente, ma impiegandoli in realtà in progetti finanziati con fondi comunitari.
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