mercoledì 21 novembre 2018

Sequestrata nave Aquarius per traffico illecito rifiuti infettivi. Salvini: «Ho fatto bene a bloccare le navi»


Smaltiti illegalmente nei porti italiani, come fosse normale spazzatura urbana, 24mila chili di rifiuti a rischio infettivo mai dichiarati nonostante «numerosi e documentati casi» (5.088 su 21.326 sbarcati) di malattie (scabbia, tubercolosi, Aids e sifilide)

Rifiuti pericolosi a rischio infettivo, sanitari e non, scaricati in maniera indifferenziata nei porti italiani come se fossero rifiuti urbani qualunque — anzi: come «se fossero stracci della sala macchine», si legge nei verbali in cui è intercettato un imprenditore del settore raccolta — non pericolosi. Questo malgrado «numerosi e documentati casi (5.088 su 21.326 migranti sbarcati) di malattie tra cui scabbia, meningite, tubercolosi, Aids e sifilide. Comportamenti non dissimili, almeno secondo le carte giudiziarie prodotte sinora, da quelli di certi imprenditori disposti a ogni tipo di «dribbling» pur di risparmiare sui costi dello smaltimento.

È l’accusa nei confronti della Ong Medici Senza Frontiere e di due agenti marittimi operanti nel settore della raccolta — 14 gli avvisi di garanzia in totale, leggi l’elenco degli indagati— che ha fatto scattare il sequestro preventivo dell’Aquarius (attualmente nel porto di Marsiglia) e di 460 mila euro. L’indagine condotta da Guardia di Finanza e Polizia, coordinata dalla Procura di Catania, avrebbe accertato uno smaltimento illecito in 44 occasioni per un totale di 24 mila chilogrammi di rifiuti. L’accusa nei confronti di Msf, considerata dagli inquirenti «produttrice» dello smaltimento al centro del traffico illecito, riguarda sia la Aquarius, per il periodo da gennaio 2017 a maggio 2018, sia la Vos Prudence, la nave utilizzata dalla Ong tra marzo 2017 a luglio 2017. Per questo nel registro degli indagati - con l’accusa di «attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti» - sono finiti, oltre ad alcuni membri dell’organizzazione, anche il Centro operativo di Amsterdam che gestiva l’Aquarius e il Centro operativo di Bruxelles, che invece ha gestito e finanziato le missioni di soccorso della Vos Prudence.

Va detto che Aquarius era già bloccata a Marsiglia da 40 giorni per via del fatto che Panama (lo Stato presso cui il battello era iscritto nei registri marittimi) aveva ritirato la bandiera. Una decisione dovuta ufficialmente a motivi di irregolarità ma che i rappresentanti delle Ong avevano denunciato come il frutto delle pressioni politiche concentratesi su chi aiuta i migranti. Non solo. Tecnicamente il decreto di sequestro della nave Aquarius, convalidato dal Gip del tribunale di Catania, non è stato ancora notificato. Lo spiegano fonti investigative catanesi. Dunque la nave non è stata ancora sequestrata. Le stesse fonti investigative hanno spiegato che la notifica, e quindi l’esecuzione del provvedimento, avverranno nel momento in cui la nave solcherà le acque italiane o attraccherà in un porto della Penisola.

Nel decreto di sequestro, il Gip di Catania Carlo Cannella scrive che «vi è un fondato pericolo» che «la libera disponibilità della motonave possa aggravare o protrarre le conseguenze del reato» visto che «è di tutta evidenza che la commissione del delitto è strettamente collegata all’attività di salvataggio in mare» da parte delle Ong, che «nel periodo oggetto di indagine realizzava ben 37 sbarchi reiterando sempre l’illecita modalità di smaltimento di rifiuti sanitari pericolosi e di materiale medico».

Salvini: «Ho fatto bene a bloccare le navi» «Ho fatto bene a bloccare le navi delle Ong, ho fermato non solo il traffico di immigrati ma da quanto emerge anche quello di rifiuti. #portichiusi»: lo ha twittato il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, dopo la notizia del sequestro. Nel primo pomeriggio ecco un altro tweet: «La pacchia è finita».