sabato 27 luglio 2019

Nicola Porro: “Carabiniere ucciso anche perché in Italia le forze dell’ordine non possono rispondere al fuoco”


Morto. Ucciso. Fatto fuori in pieno centro a Roma da otto coltellate scagliate da due balordi e tossici americani.

Questa la fine orribile che ha fatto Mario Cerciello Rega, carabiniere di 35 anni, sposo da poco più di un mese. Come è possibile? Una risposta, a una domanda tragica, arriva da Nicola Porro, che nel suo appuntamento quotidiano con Zuppa di Porro spiega senza troppi giri di parole: “Il giovane carabiniere ucciso anche perché nel nostro Paese le forze dell’ordine non possono rispondere al fuoco“.

Insomma, secondo Porro se i nostri militari avessero regole di ingaggio meno stringenti, forse, la tragedia sarebbe stata evitata.

Un’idea simile a quella espressa da Matteo Salvini, il quale ha affermato che se i carabinieri aggrediti a Roma avessero avuto in dotazione il taser, la pistola elettrica, forse la tragedia sarebbe stata evitata (il taser è attualmente in sperimentazione ma solo per alcune unità).