sabato 20 giugno 2020

Boom di arrivi di clandestini sulle rotte del Covid: gli sciagurati al governo rischiano di far rientrare il virus



Di Sofia Dinolfo Mauro Indelicato – Quelle che scorrono sono ore segnate dalla massima attenzione e d’allarme verso un nuovo problema di carattere sanitario per l’Italia a causa del coronavirus. Non un problema legato a forme di contagio sviluppatesi fra gli italiani irrispettosi delle regole di igiene e sicurezza personale e interpersonale ma un fattore di rischio proveniente dai migranti approdati nel territorio nazionale negli ultimi giorni.

Già perché due di loro sono risultati positivi ai tamponi sul Covd-19. Per un terzo arrivato invece v’è ancora da attendere il risultato del tampone. Nello specifico, a risultare positivi ai test sono un migrante di origini pakistane giunto in Calabria lo scorso 13 giugno attraverso una barca a vela dalla Turchia e un migrante algerino arrivato in Sardegna a metà mese. Quest’ultimo ha avvertito i sintomi della malattia all’interno del centro di accoglienza Monastir.

Per quanto concerne la situazione di Agrigento il migrante di cui si sospetta il possibile caso da coronavirus è ancora da accertare. L’uomo si trovava a bordo della nave Moby Zazà quando ha avvertito i sintomi del malessere e adesso è ricoverato all’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento. Proprio lì, il reparto Covid è stato chiuso il 12 giugno scorso visto i dati incoraggianti registrati nel territorio provinciale in coincidenza con la fase 3. Adesso, in virtù di questa situazione e dei possibili nuovi rischi che il fenomeno migratorio rappresenta, non è da escludere che il reparto possa essere riaperto anche se dall’ospedale ancora non è trapelata alcuna voce ufficiale in tal senso.
Le rotte “positive” che preoccupano l’Italia
Considerato quanto accaduto nelle ultime ore, per l’Italia si apre il serio rischio di nuovi focolai accesi dai migranti che non seguono una sola rotta. Quello che è accaduto fa capire infatti come la Nazione sia circondata su più fronti: la rotta turca che interessa la Calabria, la rotta libica che interessa la Sicilia e quella algerina che incide sulla Sardegna. Un campanello d’allarme che sottolinea come l’Italia potrebbe trovarsi da un momento all’altro a fronteggiare un forte rischio.

In questo contesto i riflettori sono accesi sul fronte turco dove si guarda con sospetto agli arrivi dal Pakistan. Al momento nel territorio nazionale si contano 144 mila casi di contagio da coronavirus e più di 2.700 vittime. Si tratta di numeri destinati a salire in modo impetuoso come fanno sapere le autorità di Islamabad che parlano addirittura di un raddoppio di casi a fine mese e di un milione di contagiati a fine luglio. Nonostante le restrizioni basate sul distanziamento sociale e sul rispetto delle misure di igiene, la situazione non lascia spiragli di luce. La fase che vive il territorio pakistano dunque non fa ben pensare per quelli che potrebbero essere i prossimi arrivi nel territorio italiano, a maggior ragione se non controllati