“Domani mattina sarò prima alla Camera dei deputati e poi al Senato della Repubblica per un’informativa urgente sulle iniziative del Governo per la ripresa delle attività economiche”, scriveva nella serata di ieri il presidente del Consiglio Giuseppe Conte sui propri canali social, tanto per cambiare.
L’appuntamento fissato alle dieci di questa mattina ha preso il “la” alle 10:08, quando il presidente della Camera, il grillino Roberto Fico, ha dichiarato aperto la seduta annunciando l’ordine del giorno. Ma fin da subito è stato chiaro il nervosismo dei 70 parlamentari presenti in Aula, in numero ridotto per consentire il distanziamento sociale anti coronavirus.
Ancor prima che Fico concedesse la parola al premier, la facoltà di intervenire è stata concessa al deputato del Gruppo Misto Maurizio Lupi, che ha invitato l’inquilino di Palazzo Chigi di mettere al corrente il Parlamento sui dossier dei tecnici che hanno invitato il governo giallorosso steso a una Fase 2 molto prudente.
All’affondo di Lupi è seguita una replica stizzita del presidente dell’emiciclo di Montecitorio, che dunque ha dato parola a Conte. Ecco, è qui che è scoppiata la bagarre. In sostanza, il premier non ha fatto nemmeno in tempo a iniziare l’intervento che dai banchi del centrodestra si è levata la protesta.
Già, perché Conte, in piedi davanti al microfono, non indossa la mascherina. L’unico in Aula senza dispositivo di protezione individuale. “E la mascherina?”, “Perché è senza mascherina?”, “Mascherina! Mascherina! Mascherina”, le veementi proteste dai banchi dell’opposizione.
Fico è stato costretto a intervenire, ricordando ai presenti che si può parlare senza mascherina dal centro dell’emiciclo, ed è diritto di ogni deputato farlo, nonostante da alcuni giorni sia alla Camera sia al Senato vige l’obbligo per tutti di indossare la mascherina. Il presidente del M5s invita quindi i deputati del centrodestra alla responsabilità, ma alcuni parlamentari proseguono nella protesta togliendosi la mascherina. Fico annuncia la sospensione della seduta per cinque minuti, ma dopo una manciata di secondi la seduta riprende e Conte inizia l’informativa “urgente” sulla Fase 2.
L’informativa di ConteIl sedicente avvocato del popolo, appena presa la parole, ha replicato alle accuse sulla mascherina: “Mi sono informato in anticipo sulle norme per la mascherina. Rimetto al presidente della Camera la decisione dell’applicazione delle norme”. Dunque, ha così iniziato: “Il governo non ha mai improvvisato in solitaria sull’emergenza coronavirus. Il Parlamento è stato costantemente informato, e lo dimostra la mia presenza in questa e in altre occasioni. Il governo ha adottato da subito un indirizzo di merito e di metodo con un costante confronto con il comitato tecnico-scientifico e le decisioni prese sono state prese su basi scientifiche”. Poi ha aggiunto: “Le misure prese fin qui tengono conto di tutti gli interessi. Sono frutto di una interlocuzione con tutti i membri del governo, i capi delegazione di maggioranza, le parti sociali e i rappresentanti degli enti territoriali riuniti più volte in una cambia di regia”.
Poi un applauso unanime dell’Aula viene rivolto ai medici, infermieri e operatori sanitari che in queste settimane stanno in prima fila a combattere l’emergenza coronavirus; l’applauso è scattato dopo le parole di ringraziamento pronunciate dal premier Giuseppe Conte, durante l’informativa sulla Fase 2. Lo stesso Conte applaude dai banchi del governo.
Quindi Conte cita il rapporto non segreto del comitato tecnico-scientifico: “Stima che la riapertura totale porterebbe a un rischio elevatissimo di ripresa dei contagi. Non possiamo superare il livello 1 di RO, altrimenti si saturerebbe la disponibilità di posti nelle terapie intensive. Non siamo usciti dalla pandemia, siamo ancora dentro l’emergenza. Per questo il governo non può assicurare un ritorno immediato alla normalità precedente. Lo dico a costo di apparire impopolare”.
“Dai contatti familiari proviene un quarto dei contagi. Se dovessimo riaprire simultaneamente le scuole e facessimo tornare tutti al lavoro ci sarebbe un impulso alla crescita dei contagi”. ha aggiunto. Dunque l’affondo alle regioni: “Non ci sarà un piano rimesso a iniziative improvvide di singoli enti locali ma basato su rilevazioni scientifiche. Iniziative che comportino misure meno restrittive non sono possibili, perché in contrasto con le norme nazionali, quindi sono da considerarsi a tutti gli effetti illegittime”.
“In Italia abbiamo 105mila casi accertati senza considerare gli asintomatici. Secondo le statistiche i casi sarebbero molto di più”, ha dichiarato e ha poi proseguito parlando del prossimo decreto: “Ci saranno 25 miliardi per il sostegno al lavoro e al reddito”.
Quindi Giuseppe Conte annuncia 15 miliardi a favore delle imprese: “Il governo sta studiando, per il prossimo decreto, interventi per le imprese di circa 15 miliardi, un sistema di finanziamento a fondo perduto per le Pmi”.